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ROBIN HOOD PRINCIPE DEI LADRI
(ROBIN HOOD: PRINCE OF THIEVES)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 17 ottobre 1991
 
di Kevin Reynolds, con Kevin Costner, Mary Elizabeth Mastrantonio, Alan Rickman, Morgan Freeman (Stati Uniti, 1991)
Discretamente ingrassato malgrado le calorie perse volteggiando sapientemente con i lupi, ecco il beautiful Kevin sbarcare nell'Inghilterra medioevale direttamente da Hollywood, e sulle tracce dei precedenti Douglas Fairbanks, Errol Flynn e Sean Connery. E sono subito guai.

Non solo perché, come ben sappiamo da quando eravamo piccoli, quello scellerato di uno sceriffo di Nottingham sta affamando il popolo, meditando di fregare il buon Riccardo Cuor di Leone in viaggio all'estero e, come non bastasse, tentando con tutti i propri mezzi ovviamente scellerati di sposarsi Mary Elizabeth Mastrantonio (la mora di COLORE DEI SOLDI e di ABISSI che, vai a capire, è stata scelta per incarnare una nordica bellezza d'Albione). Ma perché con il suo accento texano stenta alquanto - e noi più di lui - a ritrovarsi con l'inglese nobile o rurale d'epoca: per risolvere le cose, sembra che gli autori non abbiano trovato di meglio che mettergli alle costole un simpatico quanto impossibile Moro (sempre comodo poiché ferratissimo come sappiamo in polvere da sparo, cannocchiali e simil gadget più che utili per riequilibrare le sorti della tenzone alquanto impari che sta per svolgersi nella mitica foresta di Sherwood). In pieno black cinema insomma, come fare a meno della saggezza cool dell'eroe colorato?

A proposito di miti: sembra dura, per gli spettatori smaliziati anche in fasce che ci ritroviamo, riproporne di conformi all'originale. Senza, cioè, rigirarli sulla satira (come infatti gli autori si decidono a fare verso il finale: con il Rickman maldestro tiranno, e ancor peggiore stupratore che vorrebbe farsi alfine la sua bella Mastrantonio, prima che termini la pellicola con l'arrivo commerciale dei soliti Nostri guastafeste : "ma statevene un po' zitti, che sennò come faccio a concentrarmi?") o in qualcosa che oggi definiamo di postmoderno.

Kevin Reynolds (autore di uno dei primi film di Costner, FANDANGO e dell'interessante ANIMALE DA GUERRA) gioca invece il gioco della perizia tecnica alla Indiana Jones, dei richiami ecologici sempre utili e dei tromboni hollywoodiani (anche se è vero che si è dissociato dal montaggio finale imposto da produzione, e che il suo mestiere lo fa tutto) : portateci pure la prole, ma mi sa tanto che alle frecce sapienti del vostro Robin preferiscano le pistole al laser di TERMINATOR.


   Il film in Internet (Google)

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